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L’opera di Edmond Rostand, il Cyrano De Bergerac, è senz’altro uno dei più grandi classici della storia del teatro. La compagnia Marabutti ha deciso di scegliere questo testo, fra tutti, per iniziare a misurarsi con il “grande teatro classico” e per riportare sulla scene questi personaggi immensi e immortali. L’obbiettivo che si è cercato di raggiungere è quello di non raccontare soltanto una storia d’amore, ma la storia di due debolezze, due fragilità: Cyrano e Cristiano decidono di unirsi per eliminare queste fragilità, scelgono il compromesso pur di raggiungere il loro scopo, consci che senza l’aiuto reciproco non hanno la possibilità di “amare”. Il romanticismo dell’opera è racchiuso principalmente in questo concetto, nell’eroe da romanzo al quale i due protagonisti riescono a dare vita e attraverso il quale riescono a realizzare i loro sogni, prima che tutto sfumi nella tragedia più nera. L’operazione intrapresa è stata quella di creare uno spettacolo “stilizzato” dove la storia e i personaggi hanno la massima importanza e sono assolutamente “l’essenziale” per lo spettatore che vuole seguire la vicenda: personaggi dai caratteri forti, delineati, ridotti all’osso, per far sì che siano immediatamente riconoscibili, si incontrano e si sfidano a suon di versi su un vero e proprio “ring”, come in uno spettacolo di commedia dell’arte, e come secondo la tradizione si spogliano delle loro “maschere” a bordo scena, sempre a vista e sempre partecipi, anche se fuori scena, allo spettacolo. Sul palcoscenico non c’è scenografia, tranne che per tre pannelli, tre quinte mobili, che hanno la funzione di dividere e ricreare i vari ambienti in cui si dipana la matassa. La musica, rigorosamente dal vivo, si inserisce tra i versi del poeta francese, inventando ballate e serenate che riassumano e aiutino lo spettatore a godersi al meglio la storia. Un ring quindi a tratti surreale e sognante, accoglie questi poeti spadaccini, questi parolieri e menestrelli, che rivivendo i versi di Rostand regalano ancora una volta l’ebrezza di una storia magnifica e commovente, dove la commedia e la tragedia si intrecciano perfettamente e diventano indispensabili l’una all’altra.

Cyrano de Bergerac, cadetto di Guascogna, è un poeta spadaccino dal lunghissimo naso, abile tanto nella spada quanto nell’eloquio. Sentendosi profondamente brutto e grottesco per via del suo enorme naso non ha il coraggio di confessare il proprio amore alla cugina Rossana. Costei, ignara dei sentimenti del cugino, lo prega di prendere sotto la sua protezione il giovane Cristiano de Neuvillette, appena arrivato a Parigi per far parte della compagnia dei cadetti del re, del quale è innamorata. Cyrano accetta riluttante di proteggere il giovane Cristiano, bello, onesto e leale, ma privo delle doti capaci di stimolare quell’amore fatto anche di intelligenza e poesia che Rossana anela. Tra i due si instaura quindi un’amicizia e una complicità che porterà alla nascita di un eroe da romanzo, grazie al quale Cirstiano, all’oscuro dei sentimenti di Cyrano, con l’aiuto del poeta, riuscirà a conquistare e a sposare la sua amata. Ma la loro unione è destinata a vita breve: il conte De Guiche, invaghitosi della donna e infuriato per l’amore non corrisposto, sfrutta il suo potere per spedire i due amici al fronte, lontani da Rossana. Da qui, De Bergerac, a nome di Cristiano, scrive numerose lettere d'appassionata poesia per Rossana mantenendo sempre per sè questo segreto anche quando il giovane muore combattendo. Dopo quattordici anni, Rossana, ancora fedele all’amore per il defunto Cristiano, riceve la visita del cugino reduce da un’imboscata. E solo allora, da Cyrano morente, Rossana apprende, disperata “la splendida bugia” del taciuto amore per lei.

liberamente tratto dall'opera di Edmond Rostand
adattamento e regia Lorenzo De Liberato
con (in o. a.) Tiziano Caputo, Matteo Cirillo,

Fabrizio Milano, Giordana Morandini,

Stefano Patti, Mario Russo

musiche originali di Tiziano Caputo

eseguite dal vivo da Tiziano Caputo, Mario Russo

trucco Soraya Artese

scenografia Sabino Caputo, Michele Caputo,

Cesare Angelici

disegno luci Matteo Ziglio
assistente alla regia Lorenzo Garufo

foto di scena Leila Artese
un affettuoso ringraziamento al Maestro d'armi 

Renzo Musumeci Greco

foto

 video 

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