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crediti

creditori

 

di August Strindberg 

adattamento e riduzione Lorenzo De Liberato 

regia di Gianluigi Fogacci 

con Benedetta Corà, Fabrizio Milano, Stefano Patti 

regista assistente Lorenzo De Liberato 

foto di scena Cristiano Demurtas 

Scritta tra il 1886 e il 1888 e dall'autore stesso catalogata come tragicommedia, "Creditori" mi ha sempre colpito per la sua felice alternanza di momenti altamente drammatici e comici e per la quantità e la singolarità di temi che contiene: un'artista che vive una profonda crisi creativa e matrimoniale viene manipolato con abilità luciferina dal primo marito della moglie intenzionato a riscuotere il credito della sofferenza da lui patita per l'abbandono subito; dopo aver demolito la fraglie personalità del pittore, lo indottrina a distruggere il proprio matrimonio, gettando una luce del tutto negativa sulla figura della moglie. Il marito, e con lui il pubblico, è portato a pensare che la donna sia una figura moralmente corrotta priva di scrupoli morali, cinica e ambiziosa, in linea insomma con la tradizione strindberghiana che lo vuole misogeno, intransigente nei confronti delle figure femminili. Ed è qui invece che si rivela la grande sorpresa del testo; Tekla si presenta come una donna di grande fascino, di grande intelligenza e anche tenerezza nei confronti del giovane marito, con una consapevolezza di sé e del suo ruolo da farci pensare ad una femminista ante litteram, in conflitto ovviamente con una società maschile e maschilista. Ne nasce un gioco al massacro a cui giova tantissimo l'unità di tempo e di luogo, con un tragico epilogo, il tutto attraversato da una grazia e da una sapienza drammaturgica da grande capolavoro.

 

 

sinossi e note di regia

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